Il Softair


Il softair (o airsoft), conosciuto anche come tiro tattico sportivo, è uno sport di squadra basato sulla simulazione militare. L’attività, pur rimanendo uno sport, può essere assimilata anche ad un gioco di ruolo che simula azioni tattiche e strategiche di combattimento, con repliche fedeli di armi da fuoco in ambienti urbani o boschivi, tra fazioni opposte che devono conquistare obiettivi prefissati.

Il gioco, nonostante l’apparenza, è innocuo e non violento (è vietato qualunque contatto fisico con l’avversario), e si basa principalmente sul fair play e sulla correttezza sportiva. Ogni giocatore è obbligato a “dichiararsi”, ovvero a manifestare a voce e a gesti la sua eliminazione, in conseguenza dell’impatto di pallini avversari sul suo corpo, pena la squalifica, ed è tenuto a mantenere un atteggiamento di massima correttezza nei confronti di compagni ed avversari, per evitare il rischio di infortuni derivanti da un uso scorretto di attrezzature e protezioni.

Le partite (o combat) possono avere obiettivi diversi: si va dal conquistare la bandiera altrui, ad effettuare vere e proprie pattuglie di ricognizione per conquistare obiettivi di diversa natura (bandiere, testimoni, materiali, etc.) naturalmente “eliminando” o “neutralizzando” gli avversari.

Le repliche (o Air Soft Gun) sono delle riproduzioni più o meno fedeli di armi vere da combattimento, in grado di sparare proiettili sferici (BB bullets) di peso variabile tra 0,12-0,30 grammi in plastica (ma ve ne sono anche in alluminio, ceramica o materiali biodegradabili). In Italia l’energia con la quale il BB può essere sparato dall’ASG deve essere inferiore ad 1 Joule.

Per motivi di sicurezza è assolutamente obbligatorio giocare indossando almeno degli occhiali protettivi, o meglio ancora delle maschere integrali per proteggere tutto il viso. Nonostante la pratica preveda l’uso di protezioni adeguate e le armi siano di potenza assai ridotta, si tratta pur sempre di uno sport in ambiente aperto, per cui possono verificarsi occasionalmente incidenti come slogature e graffi. Se non si rispettano le norme di sicurezza basilari (uso di protezioni e della sicura delle armi quando non in gioco, tiro solo da distanza superiore ai 3-4 metri), è possibile anche che vi siano infortuni agli occhi o ai denti, ma si tratta di casi poco frequenti e facilmente evitabili se lo sport è praticato con attenzione e soprattutto con le dovute protezioni, come maschere facciali in neoprene, occhiali con lente doppia, elmetti di vari modelli, protezioni specifiche per le parti del corpo più deboli.

-Attacco e Difesa: l’obiettivo della squadra di attacco è la cattura della bandiera o della postazione avversaria, cosa che sarà impedita dalla squadra di difesa;

-Deathmatch: l’obiettivo delle varie squadre è l’eliminazione di tutti i membri delle squadre avversarie;

-Search & Destroy: ricerca ed eliminazione della maggior parte dei membri della squadra avversaria;

-Liberazione di un prigioniero: l’obiettivo della squadra di recupero è la liberazione del prigioniero, cosa che sarà impedita dalla squadra di guardia;

Possono essere anche organizzati scenari che riproducono azioni reali della storia militare, o immaginarie azioni di forze speciali. Per via della disponibilità di equipaggiamento, che copre soprattutto il periodo 1960-2000, gli scenari rappresentano soprattutto forze occidentali contro generici “terroristi” o forze NATO contro forze del blocco sovietico. Alcuni giocatori si specializzano in uno di questi ruoli, arrivando a comporre il proprio equipaggiamento in conseguenza del ruolo giocato: gli “occidentali” usano principalmente repliche di armi statunitensi o europee, mentre i cosiddetti terrorist prediligono armi russe, come l’AK-47 (Kalashnikov). Anche le uniformi possono essere scelte in virtù della squadra di gioco, con differenti pattern caratteristici della fazione interpretata.

Chi agisce disonestamente viene ironicamente definito Highlander (dal famoso film basato sulle vicende degli scozzesi immortali) e una volta individuato può essere discriminato ed emarginato dagli altri giocatori; può anche essere espulso dal gioco o nei casi più gravi, dall’Associazione di appartenenza. In ogni caso, la dichiarazione è anche importante al fine di evitare inutili e continue raffiche di pallini ai danni del giocatore stesso.